Gli ERRORI più frequenti che commettono i Medici i MEDICI SUI SOCIAL MEDIA

8 Febbraio 2021 - Categotia: articoli

Gli ERRORI più frequenti che commettono i Medici i MEDICI SUI SOCIAL MEDIA

Cosa evitare quando si fa social media marketing sanitario

Molti professionisti della sanità hanno compreso l’importanza di una forte identità digitale e di una costante presenza sui social media.

La maggior parte, però, è ancora esclusa dalla Rete o non conosce a fondo i vantaggi che gli strumenti del marketing sanitario possono dare.

Quali sono i 6 errori più frequenti che commettono i medici sui social media

1 – Pensare che i social media non riguardino il settore sanitario

Come in ogni settore, di fronte al progresso c’è chi assume posizioni avanguardiste e chi, invece, preferisce un approccio più conservatoreLa sanità è un settore tradizionalmente restio al cambiamento, ma fortunatamente molti stanno abbracciando i nuovi scenari proposti dall’innovazione digitale e dallo sviluppo culturale.

Il primo errore commesso dai medici è pensare che i social media, ed in generale l’online, non li riguardino. La principale obiezione mossa è che non ha senso avere un profilo social per un dottore, perché le cure si svolgono offline.

Questo è verissimo, ma nell’epoca che stiamo vivendo ora c’è una commistione sempre maggiore tra fuori e dentro la Rete, per cui qualsiasi realtà non può essere svincolata dal suo alter ego digitale. Lo stesso vale per i professionisti della sanità.

I medici devono capire che oggi la tendenza degli utenti in materia di salute è cercare i sintomi e le informazioni su Internet, spesso facendo delle auto-diagnosi prima di rivolgersi allo specialista. Questo comportamento non può essere evitato, ma può essere indirizzato verso le giuste informazioni. Perciò fare social media marketing sanitario diventa un dovere nei confronti dei web surfer della salute. I medici devono allearsi con il “Dottor Google” nella lotta alle fake news e alla prevenzione.

Inoltre, anche se in quanto medico non sei interessato ai social media, devi sapere che i social media stanno già parlando di teI pazienti moderni adorano lasciare recensioni e fare sapere agli altri la loro esperienza, soprattutto se questa è stata negativa. Se, sfortunatamente, un tuo paziente non si fosse trovato bene nel tuo studio medico e lo raccontasse sui social media, tu non avresti la possibilità di replicare. Potresti ricevere un pessimo ritorno di immagine, senza riuscire ad indagare i motivi dell’insoddisfazione e senza poter spiegare cosa e perché non ha funzionato.

In sostanza, la figura del medico sta cambiando e l’unica cosa saggia da fare è andare incontro al cambiamento, cercando di sfruttare tutti i vantaggi possibili.

Una buona comunicazione sanitaria sui social media può fare miracoli sotto diversi aspetti:

  • Reputazione: attraverso la pubblicazione di contenuti di qualità contro la mala – informazione, puoi diventare il punto di riferimento per i tuoi pazienti, attuali e potenziali.
  • Educazione: la trasmissione di informazioni autentiche aiuterà i tuoi pazienti a capire quali sono i contenuti affidabili e come distinguerli dalla miriadi di testi presenti in Rete, ma scritti da persone non competenti.
  • Engagement: con il linguaggio immediato dei social media, puoi coinvolgere i tuoi pazienti ed instaurare con loro un rapporto diretto, fatto di ascolto e comprensione delle loro richieste.
  • Miglioramento: i social media sono per loro natura comunità virtuali che mettono in contatto persone con interessi comuni. Pensa a quanti altri professionisti potresti incontrare e a come potresti essere sempre aggiornato con le ultime novità del tuo settore.

2 – Concentrarsi solo su Facebook

Se ti sei convinto di voler essere anche tu presente sui social media, non devi commettere il secondo errore fondamentale, ovvero credere che sia sufficiente solo Facebook.

Certo, con una buona strategia di social media marketing sanitario, su Facebook si possono ottenere molti risultati, ma non bisogna né darlo per “scontato”, aspettandosi che faccia tutto da solo, né trascurare le altre piattaforme social.

I post hanno bisogno di una programmazione attenta e curata, per la quale è indispensabile un piano editoriale. Soprattutto, dovresti investire nel realizzare immagini e video di qualità, visto che ora l’algoritmo di Facebook premia i contenuti più visuali e “condivisibili”.

Mostrati partecipe e rispondi sempre alle domande e ai commenti, soprattutto a quelli negativi. Come abbiamo visto, le recensioni negative sono l’ostacolo più temuto sui social media, ma possono trasformarsi in un’occasione, se sfruttate al meglio. Ad esempio, puoi fare domande per capire i motivi dell’insoddisfazione, mostrando interesse a risolvere la situazione problematica. Mantieni un tono di voce calmo ed educato nelle risposte e ricorda che anche se il commento negativo non si può eliminare, si può invece cambiare la percezione che l’utente ha di te.

3 – Non aprire i profili Instagram, Linkedin e Youtube

Non commettere l’errore di pensare che Instagram sia un social network solo per giovani. È vero, ha delle regole interne che lo rendono per sua natura molto più “inafferrabile” e adatto ad un pubblico di giovani e giovanissimi, ma non pensare che per questo tu non possa esserci.

Intanto, considera che l’età media degli utilizzatori di Instagram si sta progressivamente alzando e, in secondo luogo, anche i giovani hanno bisogno di essere informati ed educati, specie se pensi che sono i primi ad utilizzare Internet per cercare informazioni sulla loro salute e a basarsi sulle recensioni nella scelta del medico.

Su Instagram puoi sfruttare appieno le potenzialità di immagini e video, insieme a quelle degli hashtag per categorizzare i tuoi servizi e gli argomenti di cui tratti.

Linkedin è il social network professionale per antonomasia e per uno studio medico può essere davvero utile sia per la comunicazione verso i propri follower, sia per creare una rete di professionisti del tuo stesso settore con i quali dialogare e condividere novità e aggiornamenti. È il social network ideale per formare e formarsi.

Alcuni centri medico-sanitari si prestano perfettamente anche all’uso di Youtube, piattaforma di visualizzazione e condivisione video. Abbiamo visto come i contenuti multimediali siano i più apprezzati dagli utenti, per questo potresti caricare su YouTube dei video informativi o delle rubriche dei servizi che offri. Se sei titolare di una clinica ginecologica, ad esempio, un’idea potrebbe essere quella di condividere le buone pratiche per una corretta igiene intima o rispondere alle domande che le pazienti hanno il timore di fare perché in imbarazzo riguardo determinate tematiche.

4 – Aprire i profili e le pagine sui social media e non curarli

Ti abbiamo convinto, hai aperto i profili sulle diverse piattaforme in base al tipo di servizi che la tua struttura sanitaria offre e…li hai abbandonati. Non commettere l’errore di aprire i profili e le pagine sui social media e non curarli.

Avere una pagina social il cui ultimo post risale al 2011 reca un danno a livello di immagine molto più grave del non averla affatto. Se hai aperto un profilo, ma non pubblichi aggiornamenti, non hai le pagine ottimizzate per i diversi dispositivi e non hai una struttura che sia user friendly è meglio chiudere tutto e ricominciare da capo.

La scusa della mancanza di tempo non valesoprattutto perché dovresti affidarti a persone competenti e non fare tutto da solo (ne parliamo tra poco). E se ancora non sei completamente convinto, pensa alle sensazioni che provi tu stesso. Forse non sarai un social media manager, ma sicuramente sei un utilizzatore di social mediaquando approdi su una pagina ben curata, con aggiornamenti frequenti e di facile navigazione, con tutte le informazioni immediatamente rintracciabili e i contatti a portata di mano, cosa pensi? Pensi che sia indice di competenza e professionalità, sei soddisfatto della tua esperienza di navigazione e sei spinto ad affidarti a quella realtà. Al contrario, che sensazione ti dà una pagina che risale al paleolitico?

5 – Non usare la pubblicità a pagamento

Se pensi che pubblicità e medicina non possano stare nella stessa frase, ti svelo un segreto: è dal 2006, precisamente dall’entrata in vigore del decreto Bersani, che è possibile fare attività pubblicitaria sanitaria.

Anche sui social media puoi fare inserzioni a pagamento e non c’è nulla di eticamente sbagliato in questo.
Con la promozione organica, i tuoi post saranno visti dai tuoi attuali follower e dalla loro rete sociale. Con le inserzioni, puoi stabilire dettagliatamente quale pubblico vedrà i tuoi contenuti, aumentando esponenzialmente la tua visibilità e facendoti rintracciare proprio da coloro che cercano te e i tuoi servizi.

Considera, in aggiunta, che l’algoritmo di Facebook dà meno visibilità ai post organici, proprio per spingere le pagine a fare sponsorizzazioni, perciò che senso avrebbe creare contenuti validi se nessuno li può vedere? In Rete la competizione è alta, ci sono miliardi di informazioni e la vera battaglia sta nel rendersi visibili.

Quindi, oltre ad investire per creare contenuti autentici (che rimane la cosa più importante), devi anche prevedere un budget per le sponsorizzazioni, altrimenti tutto il tuo lavoro sarà valso solo a metà.

6 – Pensare di poter fare tutto da soli

È all’ultimo posto, ma in realtà è l’errore più grandenon rivolgersi ai professionisti del settore.

È comprensibile che alcune piccole realtà possano non avere le risorse necessarie da investire nel marketing digitale. Tuttavia, come per ogni settore professionale, è necessario affidarsi alle giuste competenze per ottenere dei risultati soddisfacenti.

Nella maggior parte dei casi, le strutture sanitarie ricorrono a persone che già sono dipendenti per altri ruoli, alle quali viene chiesto di gestire anche i canali social media. Spesso, perciò, anche se alcune realtà sono presenti sui social media, non c’è a monte una strategia ed una pianificazione strutturata, perché non c’è un team di persone qualificate per svolgere queste mansioni.

Nei casi più fortunati, queste attività rientrano nella comunicazione aziendale e sono affiancate alle attività di ufficio stampacosa comunque errata, perché si tratta di due tipi di comunicazione totalmente diversi.

Solo un professionista saprà realmente indicarti quali sono le azioni adatte per te e per il studio medico. Non esistono soluzioni universalmente valide, ma ogni realtà va studiata a sé, in base al contesto in cui opera, ai servizi che offre e ai target di riferimento.

Non improvvisare, considera i benefici che potete trarre tu e i tuoi pazienti da una gestione professionale dei social media e abbraccia il cambiamento. Ti assicuriamo che ne varrà la pena sotto ogni punto di vista.


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